Dal prossimo primo novembre 2014 sarà disponibile la nona annata del Gelsaia, la 2011!
Vent’anni fa sembrò naturale identificare un’annata “da ricordare”, la ’94, con un nome che evocasse i gelsi, da sempre presenti nel nostro territorio e utilizzati come tutori vivi delle viti di Raboso. In una borgognotta, bottiglia che più assomiglia a quelle rinvenute nelle vecchie cantine ed un nome memore di antiche tradizioni, abbiamo iniziato a far conoscere quella che nel tempo è diventata la nostra sfida: riscoprire e rivalutare il vitigno a bacca rossa che più di altri ha scritto la sua storia nella valle del Piave. Quello stesso anno una nota azienda vinicola del veronese, venuta a conoscenza della nostra passione per questo vitigno, ci chiese di appassire un po’ d’ uva di Raboso Piave per presentare al Vinitaly una degustazione di vini passiti da uve autoctone. Entrarono quindi in cantina, le prime cassette prese in prestito all’Amarone e un deumidificatore proveniente da un caseificio. Questo passito sui generis suscitò un notevole interesse tra i giornalisti presenti alla degustazione: la dolcezza immediata dovuta alla concentrazione si stemperava nell’acidità e nel tannino propri di quest’uva donando all’assaggio una notevole freschezza. “Prendeva forma” così la seconda annata del Gelsaia, la ’97, quella che per la prima volta ha compreso anche una parte di uve appassite in fruttaio. Nel tempo è stato prodotto solo nelle annate migliori (’94-’97-2000-2002-2003-2005-2007-2009-2011) in cui le uve di Raboso hanno raggiunto l’eccellenza, essendo un vitigno con un lungo ciclo vegetativo: tra i primi a germogliare e l’ultimo di cui si raccolgono le uve a fine ottobre, inizio di novembre.
Tradizione e ricerca hanno segnato il percorso del Gelsaia, un Raboso del Piave che nonostante i cinquecento anni alle spalle guarda al futuro con rinnovato slancio e dal 2011 il disciplinare dell’appena nata Docg Piave Malanotte ne regolamenta anche la percentuale delle uve appassite in fruttaio, che possono variare da un minimo del 15% ad un massimo del 30%.
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