… Qui nel nostro paese, che per lo più si fanno vini neri per Venetia di uva nera che si chiama recandina, altri la chiamano rabosa per esser uva di natura forte, et il suo vero modo di esercitarla è il vendemmiar come si costuma nelle brente empite co’ cesti…
(Jacopo Agostinetti, “Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa”, 1679)
Di gente tosta e avvezza alle avversità, si dice che è di razza Piave e il Raboso è specchio del territorio e della sua gente.
Da questo vitigno autoctono a bacca rossa della Marca Trevigiana, coltivato fin dal 1500, si ottiene l’ormai celebre Raboso: un vino intenso, dal colore rosso rubino e dal bouquet pieno, ampio e gradevole che ricorda la marasca.
Nei “Ricordi” dell’Agostinetti, si parla di grappoli spargoli, con acini piccoli, non troppo pressati tra loro; fino a un paio d’anni fa si sono utilizzate però solo due piante madri di raboso, dai grappoli invece grandi e compatti.
Nel 2002 vengono piantate nella nostra azienda le prime 5mila viti provenienti dalle nuove selezioni clonali di Raboso Piave: VCR19, VCR20 e VCR43; una sfida iniziata insieme ai Vivai Cooperativi Rauscedo fin dagli anni Ottanta per valorizzare questo splendido vitigno.
Cloni nuovi: il Raboso Piave guarda al futuro
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